martedì 28 aprile 2009

VITA VEGETATIVA E VITA UMANA: QUANDO INIZIANO?

Nicolas Jouve, docente di Genetica all’Università di Alcalà di Henares, dove dirige anche il Dipartimento di Biologia cellulare e genetica, e primo firmatario di un manifesto con a firma 2300 scienziati contrari all'aborto, alla fine di un'intervista dice:"La scienza è neutrale di fronte all’aborto, che è un fenomeno sociale. Ma non di fronte all’inizio della vita. I miei colleghi non ci dicono quando, secondo loro, una nuova esistenza comincia".

LA DOMANDA E' POSTA IN MODO ERRATO, RISPETTO AL PROBLEMA DELL'ABORTO, PERCHE' SI TRATTA INVECE DI STABILIRE QUANDO I DIRITTI DEL NASCITURO SIANO PREVALENTI SU QUELLI DELLA MADRE. Sotto questo aspetto è indispensabile stabilire quando inizia la vita VEGETATIVA e quando inizia la VITA ANIMALE (di tipo UMANO), ovvero si DIVENTA PERSONA.

La vita di una persona umana INIZIA quando, diventato FETO, il suo cervello è in grado di comunicare con altri cervelli umani, anche allo stato inconscio. Già dopo la prima comunicazione, il SUO DNA, INVARIATO DAL CONCEPIMENTO, INIZIA A MODIFICARSI, VISTO CHE SI MODIFICANO LE SINAPSI DEL CERVELLO ED INIZIA A FARE ED IMMAGAZZINARE ESPERIENZE INTERAGENDO ANCHE CON L'AMBIENTE STESSO.

LA VITA ANIMALE (compresa quella di tipo umano) DIFFERISCE DA QUELLA VEGETALE PER L'APPRENDIMENTO IN RELAZIONE ALLE ESPERIENZE (i vegetali non apprendono dalle singole esperienze allo stesso modo degli animali).

LA VITA ANIMALE ED UMANA E' VARIAZIONE INCESSANTE DELLE SINAPSI CEREBRALI E DEL DNA (E NON IMMUTABILITA' DEL DNA CHE RIMANE ANCHE IN UN ORGANO IN ATTESA DI UN TRAPIANTO).

Qui siamo nel campo delle NEUROSCIENZE: Eric Kandel ha preso il NOBEL nel 2000 proprio per aver dimostrato, con studi sulla lumaca di mare Aplysia e sui topi, che ad ogni nuova esperienza o apprendimento fatto da un individuo animale (o umano) con un cervello con neuroni e sinapsi, corrisponde una MODIFICAZIONE DELLA RETE NEURONALE E SINAPTICA (con nuove sinapsi o anche con semplici ispessimento di alcune delle sinapsi esistenti). A queste modificazioni sinaptiche, per le funzioni trascrizionali del DNA, corrisponde anche una variazione del DNA che in gran parte si tramanda anche ai discendenti (vedi: http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/neuroscienze/articoli/neuro4.htm).

Ovviamente, vi sono settori di variabilità del DNA che interessano le mofidicazioni della forma e delle funzioni organiche; altre modificazioni, invece, interessano proprio l'aspetto umano (carattere, fobie, intuito, complessi, archetipi, etc.). MODIFICARE INCESSANTEMENTE IL DNA SOTTO QUESTO ASPETTO (diciamo MENTALE) EQUIVALE A FARE ESPERIENZE E VIVERE UNA VITA PARAGONABILE A UNA VITA UMANA SPIRITUALE (e qui entriamo in una branca della PSICOSOMATICA: vedi www.nuoveteorie-calos.it).

Modificare il DNA per altri fattori, non DOVUTE AD ESPERIENZE MENTALI, equivale a vivere una VITA VEGETATIVA al pare dei vegetali (come avviene quando si entra in coma irreversibile vegetativo: caso di Eluana).

Ing. Riccardo Calantropio

domenica 12 aprile 2009

L'INCONSCIO, QUESTO SCONOSCIUTO.

L’inconscio umano prende tale nome proprio perchè non può essere conosciuto direttamente dalla coscienza umana. Siamo però certi della sua esistenza, al pari di come oggi siamo certi dell’esistenza della MATERIA OSCURA perché ne constatiamo i suoi effetti (gravitazionali). Oggi, quindi, sempre più constatiamo gli effetti dell’inconscio umano sulle nostre emozioni, sentimenti, scelte; ma non solo. Viviamo, spesso, l’esperienza dei SOGNI, in cui siamo attori e spettatori, ma non REGISTI e SCENEGGIATORI; e da millenni abbiamo travisato il nostro mondo inconscio con un pseudo mondo spirituale o metafisico-trascendentale.
Per Antonio Damasio, uno dei più grandi neuroscienziati viventi, l’ERRORE DI CARTESIO è stato quello di non capire che la natura ha costruito l'apparato della razionalità non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno.
Il processo decisionale (ad esempio quello di compiere una scelta tra due o più alternative), secondo Damasio, è spesso ben lontano da quello di un'analisi che consideri minuziosamente i pro e i contro di ciascuna scelta. Il più delle volte, in special modo quando abbiamo a che fare con problemi complessi, dai molteplici risvolti personali e sociali, siamo portato ad utilizzare una strategia diversa che fa riferimento agli esiti di passate esperienze, nelle quali riconosciamo una qualche analogia con la situazione presente. Dette esperienze hanno lasciato delle tracce, non necessariamente coscienti, che richiamano in noi emozioni e sentimenti, con connotazioni negative o positive.
ANALOGAMENTE l’errore di filosofi e teologi del passato è stato quello di NON CAPIRE che l’uomo differiva dagli altri animali non solo per la sua COSCIENZA e RAZIONALITA’, ma per aver sviluppato una serie di funzioni inconsce superiori, che influiscono sulla sua coscienza e sulle sue scelte decisionali.
E, soprattutto, di NON AVER CAPITO che l’interconnessione tra gli inconsci umani, comune a tutti quegli individui che si organizzano in comunità (ad esempio gli insetti sociali, le colonie di batteri, linfociti, stormi di uccelli e banchi di pesci) ha generato funzioni impensabili fino a qualche anno fa (basta riflettere sulle straordinarie costruzioni di api, formiche e termiti, senza che vi sia un progettista o un direttore dei lavori).
Tutto questo, però, non è nato in un istante, ma è stato frutto di una lenta evoluzione, che CONTINUA, ancora oggi, IN OGNI momento della nostra vita.
L’inconscio si serve di MEZZI, frutto di esperienze evolutive millenarie, per ancor meglio influenzare la nostra coscienza ed indirizzare le nostre scelte, come le emozioni, i sentimenti, L’AMORE nelle varie forme, l’intuito e la fede, per TENDERE AD UNO SVILUPPO ALTRUISTICO SOCIALE.
Il MALE e il BENE non sono, quindi, concetti solo morali, ma già strutturati nel nostro inconscio per il FINE SOCIALE DI TENDERE A UN’UNICA COMUNITA’.
Il nostro stesso inconscio ci dice se un qualcosa è egoistico o altruistico, a meno che la nostra mente non sia stata catechizzata da religioni, più o meno integraliste (che destrutturano le nostre reti sinaptiche).

Persone umane si ci diventa per evoluzione, come in passato si diventava persone di uomo di neanderthal. Diventare PERSONA significa, anche, entrare a par parte della RETE DEGLI INCONSCI DELL'UMANITA', una specie di internet biologico a cui si possono connettere tutti gli inconsci umani.
Questo, ovviamente, è possibile quando nel FETO si siano formate delle SINAPSI sufficienti per tale interconnessione e scambio di informazioni; e giammai nello stato embrionale.
Già Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, più che studiando la biologia dell'epoca, AVEVANO INTUITO NEL LORO INCONSCIO che gli embrioni NON POTEVANO AVERE un'ANIMA RAZIONALE, tanto che San Tommaso pensava che non potessero andare in paradiso, se morti prematuramente.
I nostri inconsci ci dicono già se possiamo comunicare con loro; e questo spiega perchè il NOSTRO INTUITO ci dice che hanno meno diritti della SALUTE PSICOFISICA DELLA MADRE, come riconosciuto dal 90% degli stati laici e civili dell'emisfero Nord della terra (stesso risultato che si otterebbe in Italia con un referendum che raggiungesse il quorum, anche se è un paese oltremodo catechizzato).
Lo stesso nostro INTUITO ci dice che una persona in stato vegetativo irreversibile, in cui mancano le funzioni inconsce superiori, non ha più vita come persona umana, ed è ormai un corpo che vegeta.

venerdì 3 aprile 2009

Profeti, sciamani, veggenti, sensitivi, medium: Chi sono in realtà?

Per rispondere a questa domanda, è preferibile porla ad uno di loro; ma non basta.

Costui dovrebbe avere, anche, sufficienti conoscenze di FILOSOFIA, TEOLOGIA, BIOLOGIA, NEUROSCIENZE, PSICOSOMATICA, PSICOANALISI, PSICOLOGIA ANALITICA, FISICA, MECCANICA QUANTISTICA, SCIENZE ESOTERICHE; ed inoltre buone capacità di analisi e sintesi delle percezioni e sensazioni che riceve, giorno per giorno.

Una persona simile non si incontra, certo, tutti i giorni!

E' però abbastanza probabile che, per particolari conformazioni della mia rete neuronale e sinaptica, io sia una di queste.